L'unità d'intenti territoriale è la chiave per dimostrare che il distretto della calza di Castel Goffredo può continuare a recitare un ruolo da protagonista nel mercato globale. Il capitolo innovazione resta sempre centrale nelle dinamiche d'imprese e di distretto.
Il convegno di venerdì sera a Castel Goffredo, attraverso l'illustrazione della ricerca del professor Claudio Teodori dell'Università degli studi di Brescia, ha fotografato lo stato di salute del Distretto Calza e intimo.
Più di un miliardo di fatturato
Nei 25 comuni tra Alto Mantovano, Bresciano e una piccola porzione di Cremonese, gli addetti erano 6.013, le imprese 269 ed il fatturato aggregato ha superato il miliardo di euro.
Riconquistare i giovani
Le difficoltà degli ultimi anni della calzetteria, amplificate dalla comunicazione delle stesse, hanno allontanato i giovani dell'Alto Mantovano e del Bresciano dal settore calza. L'obiettivo di aziende, Centro Servizi Calza e sindacati, è riconquistare la fiducia - e dunque le competenze e le professionalità - delle giovani generazioni del territorio.
Il convegno è stato aperto dal sindaco di Castel Goffredo Achille Prignaca che ha evidenziato l’importanza della ricerca che è finanziata dei sindaci di 15 comuni del distretto ricerca dimostrandosi sensibili e attenti alle attività a supporto del comparto tessile dei loro territori (Castel Goffredo, Ceresara, Casalmoro, Asola, Casalromano, Casaloldo, Rodigo, Remedello, Medole, Piubega, Castiglione d/St, Guidizzolo, Acquafredda, Visano ed Isorella).
Dal Patto per il Tessile alla ricerca
L’iniziativa di realizzare la ricerca è stata condivisa dai membri del Patto per il Tessile, nato a maggio 2021 per coalizzare tutte le componenti associative e istituzionali sulla situazione del distretto di Castelgoffredo ( Csc - Centro Servizi Calza ed Impresa, Adici - Associazione Distretto Calza e Intimo, Confindustria, Api, Cna, Confartigianato, Cgil, Cisl e Uil e i rappresentanti dei sindaci del distretto).
Attitudine all'export
Tra i punti di forza la ricerca ha evidenziato la qualità dei prodotti, la profonda conoscenza della tecnologia, l’attitudine all’export, la presenza di materiali e materia prima green e gli investimenti in progetti innovativi di processo.
Tra i punti deboli, importante premettere che negli ultimi 15 anni sono avvenuti profondi e rapidi cambiamenti in termini produttivi, di delocalizzazioni, di nuovi agguerriti concorrenti e di modalità distributive e commerciali con le catene retail che hanno assunto un sempre maggiore potere negoziale nei confronti dei calzifici e delle aziende del distretto.