LO «SWITCH OFF» DEL 9 MARZO

Allarme rosso per l'emittenza locale in provincia di Mantova

Decine di migliaia di cittadini mantovani rischiano di non poter più ricevere il segnale di Telemantova
Telemantova raddoppia il segnale. Da oggi sul canale 77 e anche sul 277
Telemantova raddoppia il segnale. Da oggi sul canale 77 e anche sul 277
Telemantova raddoppia il segnale. Da oggi sul canale 77 e anche sul 277
Telemantova raddoppia il segnale. Da oggi sul canale 77 e anche sul 277

È allarme rosso per la ricezione del segnale dell'emittenza televisiva locale nella provincia di Mantova dopo lo "switch-off" del 9 marzo scorso. Vale a dire il passaggio delle emittenti locali dalle precedenti e molteplici frequenze utilizzate - liberate per fare spazio alla rete 5G - a un'unica frequenza pianificata a livello regionale. Nel caso del Veneto - che da un punto di vista radioelettrico ricomprende anche la provincia lombarda di Mantova - si tratta del Ch42 UHF, la cui gestione è stata assegnata a Raiway. In pratica, decine se non centinaia di migliaia di cittadini mantovani in questo momento non stanno ricevendo alcun segnale e soprattutto rischiano in futuro di non potere più accedere alla programmazione locale. Il caso era scoppiato in Veneto a inizio febbraio. Quando una cordata di una quindicina di emittenti televisive locali venete, ma anche la lombarda Telemantova, aveva inviato una lettera al ministro dello Sviluppo economico, al Parlamento e ad Agcom, con l'obiettivo di tutelare la programmazione delle tv locali e scongiurare il rischio che queste fossero penalizzate dall'allora imminente passaggio alla frequenza unica. L'obiettivo ovviamente era anche quello di tutelare le aziende editoriali, un patrimonio imprenditoriale, culturale e informativo unico e radicato nel territorio, i loro lavoratori e i loro clienti. Dopo vari passaggi e interlocuzioni a livello parlamentare e governativo, nelle quali ha svolto un ruolo determinante anche la Regione Veneto, è stato dato il via libera all'emendamento "salva emittenti locali", il numero 1.69 al decreto "Milleproroghe", presentato al Pd e votato da tutti i gruppi parlamentari. L'emendamento ha consentito di istituire un tavolo tecnico al ministero dello Sviluppo economico per valutare modalità alternative per salvaguardare, in estrema sintesi, i diritti acquisiti in precedenza dalle emittenti. Del tavolo fanno parte il Mise, l'Agcom Autorità per le garanzie nelle telecomunicazioni, Raiway, la società della Rai che possiede la rete di diffusione del segnale e deve gestirla, e i rappresentanti delle tv locali.

Temi aperti Il tavolo ha prodotto una serie di primi positivi risultati, per il Veneto, dove peraltro restano ancora alcuni problemi in alcune aree. Sono invece rimasti del tutto irrisolti i nodi che riguardano la ricezione del segnale nella provincia di Mantova, con ricadute particolarmente negative per Telemantova, unica emittente locale della provincia, società con dodici dipendenti del Gruppo Athesis, editore anche della veronese Telearena. Ma quali sono, ora, gli ostacoli? In seguito all'emendamento al decreto Milleproroghe, e al tavolo di lavoro attivato, si è potuto far installare da parte di Raiway un impianto inizialmente non previsto a Velo Veronese - nella zona montana della Lessinia, a 1.087 metri di quota - e di modificare i cosiddetti Punti di verifica. Cioè punti geografici nei quali viene stabilito un preciso livello di segnale da non oltrepassare, al fine di non creare interferenze con la rete isofrequenza nella regione limitrofa. «Il problema è che nel caso concreto del Mantovano l'importante impianto di Velo Veronese, messo successivamente in esercizio da Raiway, presenta parametri tecnici non adeguati a garantire una corretta ricezione dei programmi nella provincia lombarda», dice Andrea Pietro Faltracco, Cfo del Gruppo Athesis e delegato per la gestione amministrativa delle reti di alta frequenza delle emittenti del Gruppo. Il problema è duplice. «Nelle aree nord, sud ed est», spiega Faltracco, «la copertura teorica c'è, ma l'effettivo servizio di rete no. Questo infatti è influenzato dal basso livello di segnale ricevuto. Mi spiego meglio: nel corso degli anni gli antennisti mantovani hanno tarato gli impianti d'antenna, in particolare quelli centralizzati dei condomini, prendendo a riferimento il livello di segnale delle emittenti nazionali, che non è limitato dai cosiddetti PDV; se il segnale delle emittenti locali arriva con livelli molto inferiori a quest'ultimo, come nel caso dell'attuale impianto di Velo, alla presa d'antenna a cui si collega il televisore arriva un segnale insufficiente per la sintonizzazione dei canali locali».

I nodi A questo primo problema che affligge gran parte del territorio mantovano, puntualizza Faltracco, si aggiunge un ulteriore problema legato all'area ovest della provincia. La zona di Mantova è stata infatti inserita nell'area tecnica del Veneto, chiamata AT05, pur avendo storicamente parte del proprio territorio, quello occidentale, che utilizzava sistemi di antenna domestici direzionati verso impianti di trasmissione posti in Lombardia. Questa area, qualunque sia la potenza irradiata, non può essere coperta dal Velo Veronese o dalle altre postazioni in Veneto. Non a caso, prima dello switch-off Telemantova veniva irradiata nella parte occidentale utilizzando il CH58 trasmesso da impianti situati in Lombardia. «Con l'aggregazione della provincia di Mantova alla Regione veneta, e con la creazione dell'area tecnica AT05, il problema dell'orientamento delle antenne non è stato valutato nella sua importanza, determinando così il risultato che oggi, nella zona occidentale della provincia, l'unica soluzione per ricevere Telemantova, è di fare intervenire un antennista con risultati affatto certi e costi a carico dell'utente», aggiunge Faltracco. «Impossibile coprire questa area dalla Lombardia perché il Mise ha stabilito che non è possibile trasmettere un segnale da un'area tecnica a un'altra». Ecco che, dunque, tre settimane dopo lo switch-off, gran parte della provincia di Mantova (le zone nord, est e sud) viene sì teoricamente servita dall'impianto di Velo, ma di fatto il livello del segnale irradiato risulta insufficiente per poter sintonizzare i segnali degli Fsma locali. E la parte restante, ovest, non viene servita neppure teoricamente, risultando totalmente scoperta. «È evidente che questa situazione paradossale colpisce soprattutto Telemantova, che ricordiamo è l'unica tv del territorio a svolgere da sempre una funzione informativa fondamentale per decine di migliaia di persone», rileva ancora il Cfo del Gruppo Athesis.

La soluzione Quale può essere, quindi, la soluzione? «Per l'area nord, est e sud l'unica strada tecnica appare al momento una modifica del sistema di antenna realizzato da Raiway a Velo Veronese, attualmente configurato per potenza e altri parametri, in modo tale da non permettere la sintonizzazione delle emittenti venete e di Telemantova, a cui la popolazione locale è ovviamente maggiormente interessata», spiega Faltracco. «Per la zona occidentale della provincia di Mantova, storicamente servita da impianti posti in Lombardia e attualmente non coperta, non sono state prospettate al momento soluzioni tecniche, quindi occorrono risposte di tipo regolamentare dagli enti che hanno definito la pianificazione radio-elettrica, quindi in primis da Mise e Agcom, e che hanno stabilito il divieto di irradiare il segnale da una regione, in questo caso area tecnica, diversa». «La situazione è dunque molto difficile», conclude Faltracco, «ma stiamo facendo tutto il possibile, anche con all'aiuto della Regione Veneto nella persona del direttore dell'ufficio di Presidenza dott. Federico Meneghesso. Per fare in modo che tutti i soggetti che hanno voce in capitolo in questa vicenda - Raiway, Mise e Agcom - si adoperino per trovare soluzioni a questa gravissima privazione di informazione locale per un'intera provincia dell'Italia»..

Enrico Giardini
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